Marco Tronchetti Provera

Tronchetti-ProveraUno dei manager più in vista e famosi del panorama italiano, Marco Tronchetti Provera nasce a Milano il 18 gennaio 1948. Presidente del gruppo Pirelli fino al 20 ottobre 2015, ad oggi è ancora l’amministratore delegato del gruppo dopo la vendita dello stesso ai cinesi di Chem China.

Gli inizi di carriera

Marco Tronchetti Provera fa la prima esperienza lavorativa a Londra, presso la P&O, dopo la laurea alla Bocconi. Proprio a Londra apprende l’importanza della logistica applicata ai porti e allo scarico delle merci, un concetto che fino a quel momento in Italia era completamente mancante.

Dopo l’esperienza oltremanica, Tronchetti Provera torna in Italia e fonda la Sogemar, una società che lavorava nel settore logistico applicato proprio ai trasporti via male.

L’arrivo in Pirelli

Nel 1986 Tronchetti Provera vende la “sua” Sogemar e con la liquidità acquista una quota di Camfin, che aderiva al patto di sindacato Pirelli e venne quotata, quello stesso anno, presso la borsa di Milano.

Della Camfin, l’imprenditore milanese ne diventa Amministratore Delegato, per poi esserne nominato presidente nel 1995 (anche il padre lo era stato, dal 1965 e fino al 1987).

Entra, sempre nel 1986, nel Gruppo Pirelli, come accomandatario della Pirellli & C. Sapa.

Nel 1992 diventa vice presidente esecutivo e amministratore delegato di Pirelli, salendo di fatto al timore della guida operativa del gruppo.

Tutto ciò è stato reso possibile dalle dimissioni di Leopoldo Pirelli da a.d. della società di famiglia dopo il tentativo fallito di scalata in Continental.

La storia della scalata

E’ interessante conoscere la storia che c’è dietro il tentativo di scalata di Pirelli in Continental, un’operazione alla quale Tronchetti Provera si oppose.

Nel 1990, Leopoldo Pirelli iniziò a lavorare in gran segreto all’acquisto delle azioni Continental da parte dei più piccoli possessori. L’operazione venne svolta per un certo periodo di tempo un po’ “sottobanco”, dato che neanche i manager del colosso tedesco riuscivano a capire che cosa stesse facendo salire le quotazioni dei titoli.

Nel settembre di quello stesso anno, fu lo stesso Leopoldo Pirelli a far sapere al mondo di essere riuscito ad arrivare ad avere il controllo del 5% di Continental e che il suo obiettivo era salire ancora per far sì, alla fine, che i due gruppi potessero unirsi e diventare il quarto più grande produttore di pneumatici al mondo. Bridgestone, Michelin e Goodyear erano nel mirino.

Il problema fu legato proprio a questa dichiarazione, con i tedeschi che si chiusero per difendersi dal tentativo di scalata, che fallì, e lasciò l’azienda milanese con un buco enorme dei conti.

Fu così che Leopoldo Pirelli, a 65 anni, fu costretto a lasciare la guida del gruppo, che passò dunque a Tronchetti Provera.

L’arrivo in Telecom Italia

Nel 2000, Marco Tronchetti Provera inizia ad avvicinarsi a Telecom Italia, la più grande azienda di telecomunicazioni del nostro paese.

Grazie alla venduta di OTI, la sezione del gruppo Pirelli che realizzava componenti ottici modulari, l’azienda di Milano si ritrovò con 4 miliardi di euro da spendere, e dove se non nel tentativo di controllo di Telecom?

Tronchetti Provera, anche grazie all’appoggio della facoltosa famiglia Benetton, proprietaria tra le altre cose della nota marca di abbigliamento, riesce a creare la società Olimpia, che acquistò il 27% di Olivetti e diventando il nuovo azionista di riferimento di Telecom Italia. Di conseguenza, Tronchetti Provera divenne il presidente della società.

Gli obiettivi del manager milanese erano chiari: dare il “la” ad un nuovo piano industriale che potesse risanare le casse aziendali e, al tempo stesso, ergere Telecom come leader nel settore dell’innovazione e delle nuove tecnologie.

Sotto la guida di Tronchetti Provera, il bilancio di Telecom venne completamente ripulito, l’indebitamento ridotto e la catena societaria venne accorciata con la fusione tra Telecom e Olivetti nel 2003.

Un’altra fusione fu quella tra Telecom e TIM, avvenuto tra il 2004 e il 2005.

L’addio a Telecom

La storia tra Tronchetti Provera e Telecom finisce nel 2006, dopo una polemica sorta con la Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito allo sviluppo di nuove strategie nel gruppo.

In maniera particolare gli intoppi ci furono sugli accordi tra Telecom e il magnate Murdoch. L’allora Governo Prodi ha bloccate le trattative tra Telecom e AT&T, mossa che venne in seguito giudicata come sbagliata a causa del blocco delle opportunità di crescita per Telecom.

Nel 2007, Tronchetti Provera raggiunse un accordo con Telefonica, operatore di telefonia spagnolo, e con alcune banche, per la cessione dell quote di Olimpia.

L’incasso netto, pari a 3,3 miliardi di euro, venne portato in Pirelli, che potè dunque focalizzarsi in maniera principale sul suo core business, ovvero la produzione degli pneumatici.

Lo scandalo Telecom – Sismi

Suo malgrado, Tronchetti Provera venne coinvolto nello scandalo del 2006 noto come Telecom – Sismi, che portò 34 rinvii a giudizio e 21 arresti cautelari verso dipendenti Telecom, poliziotti e militari di Carabinieri e Guardia di Finanza.

Dal 23 marzo 2009 (data della prima udienza) e fino al 28 maggio 2010 (data della 25° udienza) si sono svolte analisi e si è andati alla ricerca di prove per capire come si svolsero realmente i fatti.

Alla fine, ci sono state delle condanne fino a 7 anni e mezzo, mentre Telecom Italia ha avuto diritto ad un risarcimento di 10 milioni di euro.

Questo testimonia l’innocenza di Marco Tronchetti Provera rispetto ai fatti, come da lui sempre detto in fase di indagine.

L’impegno politico

Oltre che un eccellente manager, Tronchetti Provera è stato attivamente impegnato in politica durante le elezioni del 2013, in cui ha sostenuto la candidatura a Premier di Mario Monti, insieme alla famiglia Agnelli, a Luca Cordero di Montezemolo e a Diego della Valle.

Lo sport

Da sempre Marco Tronchetti Provera è un grande sportivo.

Due sono principalmente le sue passioni: la vela e il calcio.

In maniera particolare per quest’ultimo punto, l’imprenditore è da sempre in grande tifoso dell’Inter e proprio per questo motivo Pirelli capeggia in bella vista sulle maglie della Beneamata come sponsor principale.

Dal 1995, infatti, Pirelli è legata all’Inter e insieme sono stati raggiunti dei risultati eccellenti, come quelli del triplete di Mourinho.

Di recente è stato esteso l’accordo di sponsorizzazione tra il team di Milano e l’azienda degli pneumatici. Nei mesi scorsi era stato lo stesso Tronchetti Provera e mettere in dubbio la continuazione del contratto, in scadenza nel 2016, a causa degli scarsi risultati raggiunti di recente dal team.

Pirelli e la Formula 1

Oltre che nel calcio, Pirelli è anche produttore unico degli pneumatici delle monoposto di Formula 1 dal 2011 (era stato produttore principale dal 1950 al 1954 e ancora nel 1957, ma mai da solo).

Una decisione presa dallo stesso manager italiano, che ha colto al volo l’opportunità di far conoscere al mondo la bontà degli pneumatici del gruppo Pirelli.

La vita privata

Al momento, Tronchetti Provera è al terzo matrimonio, sposato dal 2001 con Afef Jnifen, showgirl e modella di origine tunisina.

Prima di lei, l’imprenditore di Milano era stato sposato con Letizia Rittatore Vonwiller, giornalista, e in seguito con Cecilia Pirelli, figlia di Leopoldo. Da Cecilia, Tronchetti Provera ha avuto tre figli: Giada, Giovanni e Ilaria.

Gli incarichi ricoperti

Oltre che presidente Pirelli, Tronchetti Provera ricopre tutta una serie di cariche all’interno di varie società:

  • è stato presidente esecutivo di Camfin (fino al dicembre 2013);
  • è vice presidente di Mediobanca;
  • è presidente di Marco Tronchetti Provera & C. Sapa, la società – cassaforte della famiglia, cioè una società che ha il patrimonio della stessa;
  • è membro del CdA di RCS Quotidiani, di Eurostazioni e della Fondazione Cerba;
  • è membro dell’esecutivo per Confindustria, Assolombarda e Assonime;
  • è membro dell’Internal Advisory Board di Allianz;
  • è presidente della Fondazione Pirelli, della Fondazione Silvio Tronchetti Provera, intitolata al padre, e della Hangar Bicocca.

Le vicende giudiziarie

Diverse volte Marco Tronchetti Provera è stato coinvolto in vicende giudiziarie che, però, lo hanno sempre visto vincitore.

Oltre al già citato scandalo Telecom – Sismi, nel 2010 è stato indagato all’interno dell’inchiesta “Radar,” un sistema installato in Pirelli che, per via di un difetto, permetteva di estrarre tabulati telefonici di ogni utenza senza possibilità di sapere chi ne avesse fatto richiesta.

L’indagine è stata archiviata nel 2014.

Nel 2011 è stata archiviata l’indagine su di lui relativamente al caso Bondi, mentre nel 2013 è stato dichiarato non coinvolto all’interno dello scandalo dei dossier illegali.

Nel gennaio 2015 è stato denunciato per diffamazione da parte di Carlo de Benedetti dopo che lo stesso era stato chiaramente “criticato” da parte di Tronchetti Provera per via di certi bilanci Olivetti, per lo scandalo Poste Italiane, per il suo allontanamento da Fiat, per la bancarotta del Banco Ambrosiano e per Tangentopoli.

Tronchetti Provera è stato assolto dal tribunale di Milano, lo stesso anno, perché il fatto non costituisce reato.

I meriti e le onorificenze

Tronchetti Provera ha ricevuto, nel corso della sua lunghissima carriera, tre importanti onorificenze:

  • è stato cavaliere del lavoro nel 1996;
  • cavaliere della Legion d’onore nel 1998 (ordine cavalleresco istituito da Napoleone Bonaparte, si tratta della più alta onorificenza che si possa attribuire in Francia;
  • è ufficiale dell’Impero Britannico (ordine cavalleresco creato da Re Giorno V nel 1917, una delle onorificenze più importanti del Regno Unito).

Il manager

Tronchetti Provera è uno dei manager più in gamba che abbia mai lavorato in Italia. Lo si è visto da come è stato capace di risanare le sorti di Pirelli, dal lavoro che aveva iniziato a fare per Telecom Italia e dalla decisione di vendere la “sua” azienda milanese ai cinesi di Chem China per assicurarne un futuro radioso, senza rischi che potesse essere assorbita da concorrenti più grandi come Continental.

Insomma, uno di quei manager da cui imparare più di qualche cosa, da ogni punto di vista.

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